Dodici anni. Tanti ne sono trascorsi dall’8 marzo del 2008, quando per la prima volta sulla stampa appare il termine “startup”. Anche all’epoca si evidenziava già il ritardo italiano rispetto ad altri ecosistemi più evoluti, la Silicon Valley che è il traguardo lontano, lontanissimo, a cui tendere, ma anche di altre nazioni, a noi più vicine, l’Inghilterra su tutte, che hanno saputo vedere lontano, prima di noi.
Tuttavia, parafrasando il grande genio italiano Galileo Galilei, “eppur si muove”: le scosse non sono mancate in questo ultimo decennio, con tante storie di pionieri che ben prima quella data fatidica del 2008 hanno preparato il terreno perché il nostro Paese potesse diventare “disruptive” (Leonardo, un’altra parola per te!) come gli altri in Europa e nel mondo.
In questa timeline ripercorriamo la storia delle startup in Italia, partendo idealmente dal 2005, con eventi, numeri e curiosità. Seguiteci e scriveteci se riterrete che abbiamo dimenticato (molto probabilmente) qualcosa.
In sintesi
- Anni ’90-2000 – i precursori
- Anni 2005 – 2009
- Anni 2010 – 2015
- Musixmatch
- Talent Garden
- Jobrapido e Nana Bianca
- Le startup diventano legge
- La mega exit di Eos
- I fondi di venture capital
- L’equity crowdfunding diventa “cosa pubblica”
- Addio a Marco Zamperini
- Nasce “StartupItalia!”
- I primi soldi pubblici li mette Invitalia
- L’exit da 5.9 miliardi di Candy Crush, poi PizzaBo e Vislab
- Va in onda Shark Tank Italia (e muore subito)
- Nasce Invitalia Ventures
- Anni 2016 – 2018
- Da due anni a questa parte
Anni ’90-2000 – i precursori
Fuori classifica alcune iniziative pioneristiche degne di esser menzionate poiché possono essere considerate tra i primi esperimenti di startup digitali in Italia. Dada, ad esempio (ed il portale SuperEva), il provider internet fondato a Firenze nel 1995 da Paolo Barberis, Alessandro Sordi, Jacopo Marello e Angelo Falchetti. Sempre nel 1995 segnaliamo la nascita di Buongiorno, per opera di Mauro Del Rio.
Un anno più tardi, nel 1996, va online il progetto Internetwork City, fondato a Milano da Claudio Cecchetto e Marco Camisani Calzolari. Mentre nel 1998, dopo aver lanciato e venduto una telco in Polonia con Nicola “Niki” Grauso (già ideatore di Video On Line), Renato Soru rientra nella sua Cagliari e fonda Tiscali.
Anni 2005 – 2009
2005 – Il primo acceleratore e la prima piattaforma di crowdfunding
Certamente uno dei pionieri delle startup in Italia, così come le conosciamo, è Riccardo Donadon, il trevigiano che dopo aver lanciato e venduto una web agency si prende un anno sabbatico e pensa a cosa avrebbe potuto fare per i giovani che desideravano avviare un business nel digitale. La risposta è nel 2005 con H-Farm, che in quegli anni è uno dei primi venture incubator al mondo (YCombinator, il celeberrimo acceleratore di startup di Paul Graham sarebbe nato un anno dopo).
E chi lo avrebbe mai detto, anche nel crowdfunding (Leonardo, continua a prendere nota!) gli italiani sono stati pionieri. Nel 2005 nasce Produzioni dal Basso, la prima piattaforma di crowdfunding italiana fondata da Angelo Rindone, ben prima dell’apparizione dei giganti americani, come Indiegogo (2007) e Kickstarter (2009).
Sempre nel 2005, l’imprenditore digitale Marco Montemagno crea Blogosfere, un network italiano di blog professionali, poi venduto al Sole24Ore. Così inizia la sua carriera che lo vedrà, passando per Sky, affermarsi come uno dei maggiori influencer e speaker del settore.
Esistono già alcune aziende digitali di grande valore, anche se nessuno le chiama ancora startup. Nel 2007, per esempio, l’ecosistema italiano che è ancora ai primi vagiti, può contare già su una quotazione, quella di Mutuionline, il sito di comparazione per le offerte dei mutui bancari, fondato da Marco Pescarmona e Alessandro Fracassi (in questo video raccontano le origini del loro progetto).
Sempre nel 2007 i founder di Translated Marco Trombetti e la moglie Isabelle Andrieu al rientro a Roma dopo 10 anni trascorsi in California fondano il distretto per startup PiCampus.
Nello stesso anno, viene inaugurata IAG, un’associazione che unisce business angel italiani, che mettono i loro capitali a servizio delle startup. Uno dei cofondatori è Francesco Marini Clarelli.
2008 – La nascita di Digital Magics e l’exit di Venere.com

Il 2008 è un anno cardine per una serie di eventi che segnano profondamente il futuro dell’ecosistema, e che idealmente potrebbe essere visto come l’anno zero di tutto ciò che da lì in poi sarà innescato.
Il primo è il “pivoting” di Digital Magics, che da digital media company si trasforma in un incubatore di startup digitali, grazie alla visione dei suoi fondatori, trai quali il compianto Enrico Gasperini.
Il secondo è l’exit di Venere, la piattaforma per le prenotazioni in alberghi online, fondata da un gruppo di studenti, tra cui Matteo Fago, che vende la sua soluzione al gigante del booking americano Expedia per una cifra vicina ai 200 milioni di euro.
Ancora business angel insieme per investire in startup, scaleup e PMI innovative. Sempre nello stesso anno, su iniziativa di Giancarlo Rocchietti, nasce il Club degli Investitori.
2009 – Yoox, Telecom e Dettori

Nel 2009 fa un grande salto un altro protagonista del nostro ecosistema, Federico Marchetti, porta a Piazza Affari la sua Yoox, l’eCommerce nel luxury fashion, che esordisce in Borsa con una capitalizzazione di 216 milioni di euro.
Il 2009 è anche l’anno che vede la nascita di Working Capital (oggi Tim WCAP) il programma di accelerazione di Telecom Italia che ambisce ad aiutare startupper a trasformare le loro idee in imprese. Per presentare il nuovo progetto Telecom realizzerà con Riccardo Luna (al tempo primo direttore del’edizione italiana della rivista Wired) un roadshow che tocca le principali città italiane.

Nello stesso anno, Gianluca Dettori lancia Dpixel per affiancare gli imprenditori digitali e aiutarli ad incontrare investitori. Dettori allora è già noto come founder di Vitaminic, la piattaforma che supporta i musicisti nella distribuzione delle loro opere, che aveva portato fino alla quotazione.
Anni 2010 – 2015
Musixmatch
Nel 2010 nasce Musixmatch, inizialmente come database di testi musicali. Oggi può contare sulla partnership con Spotify, 70 milioni di utenti e un team di 100 persone tra Bologna, Londra e San Francisco.
Talent Garden

Nel 2011 Davide Dattoli dà vita al primo Talent Garden, destinato a diventare una delle più importanti reti in Europa di spazi di coworking. Nello stesso anno, si afferma il Premio Gaetano Marzotto, ancora oggi una delle più prestigiose startup competition in Italia.
Jobrapido e Nana Bianca
Il 2012 vede un altro importante risultato per il nostro ecosistema con Jobrapido, la piattaforma di ricerca lavoro di Vito Lomele che vende il 49% della società al gruppo editoriale Daily Mail, per 30 milioni di euro. Sempre nel 2012, Paolo Barberis, Alessandro Sordi e Jacopo Marello fondano Nana Bianca, incubatore focalizzato su advertising, marketing digitale e servizi per applicazioni mobile.
Le startup diventano legge

Intanto, si inizia a parlare di startup anche ai piani alti: sempre nel 2012 assistiamo all’introduzione nel nostro ordinamento giuridico di una nuova tipologia di impresa, la startup innovativa, nel decreto legge del 18 ottobre, che passa alla storia come “Decreto Crescita 2.0” (anche noto come “decreto Passera“, dal nome dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado).
La mega exit di Eos
Il 2013 è un anno pieno di eventi da ricordare per il nostro ecosistema. Partiamo dalle startup, con l’exit record di EOS, la biotech di Silvano Spinelli che lavora su una nuova terapia tumorale, acquistata per 400 milioni di dollari dall’azienda farmaceutica americana, Clovis Oncology.
I fondi di venture capital

Il 2013 è anche l’anno dei Venture. A player storici come Principia e Innogest, si aggiungono nuovi attori come P101, fondata da un gruppo di partner tra cui Andrea Di Camillo, United Ventures che vede Massimiliano Magrini tra i fondatori. E ancora di LVenture, fondata da Luigi Capello, che nello stesso anno, dà vita all’incubatore Luiss Enlabs (gruppo LVenture), grazie a una partnership con l’Università Luiss di Roma.
L’equity crowdfunding diventa “cosa pubblica”
Sempre nel 2013, c’è una vera e propria svolta per il nostro crowdfunding, poiché viene emanato il provvedimento che introduce l’equity based crowdfunding (Leonardo, un’altra!) nel nostro ordinamento giuridico. Nello stesso anno registriamo la prima quotazione in Borsa di un incubatore, Digital Magics esordisce nell’indice AIM Italia.
Addio a Marco Zamperini

Nell’autunno del 2013 muore a soli cinquant’anni Marco Zamperini, noto sul web e nell’ecosistema dell’innovazione italiano con lo pseudonimo di FunkyProfessor.
Nasce “StartupItalia!”
Ma il 2013 è un anno importante anche per chi questo mondo inizia a raccontarlo. Come Riccardo Luna e David Casalini, che dopo aver fondato insieme CheFuturo! decidono di acquistare il camper utilizzato da Matteo Renzi per la campagna delle primarie del Partito Democratico: da lì, partendo da un tour per andare alla ricerca delle neocostituite startup innovative, nascerà StartupItalia!, uno dei primi progetti editoriali verticali italiani dedicati al mondo startup.
I primi soldi pubblici li mette Invitalia
Il 2014 è l’anno di Facile.it, il portale per la comparazione di tariffe assicurative, conti correnti, bollette ecc, fondato da Alberto Genovese (lo stesso Genovese finito nell’occhio del ciclone nell’autunno 2020 per alcune indagini a suo carico, ndr), che vede l’interesse di Oakley Capital, investor londinese che acquisisce il 75% della società, sborsando 100 milioni di euro.
Nello stesso anno, esordisce Smart & Start, progetto del Ministero per lo Sviluppo Economico gestito attraverso Invitalia che (ricorrendo a fondi europei) offre agevolazioni alle imprese di piccole dimensioni impegnate sul fronte dell’innovazione al Sud.
Da segnalare inoltre la nascita a Napoli di una delle prime “community dal basso” di startup in Italia, NAStartUp (fondata da Antonio Prigiobbo): qui nel corso degli anni saranno tenute a battesimo molte startup, come la piattaforma di influencer marketing (Leonardo, un’altra ancora!) Buzzoole.
L’exit da 5.9 miliardi di Candy Crush, poi PizzaBo e Vislab

Anche se Riccardo Zacconi, il papà di Candy Crush, sceglie l’UK per stabilirvi la sua King Digital Entertainment, non si può negare il suo ruolo di grande ispiratore per gli startupper italiani. Nel 2015, infatti, dopo aver quotato l’azienda a Wall Street, arriva l’exit record per 5,9 miliardi di dollari.
Sempre nel 2015 arrivano altre due exit molto importanti. L’exit di PizzaBo, la startup che ha ideato un dispositivo per ordinare pizza e altri piatti a domicilio, viene acquistata da Rocket Internet, multinazionale tedesca specializzata nell’ecommerce, per 51 milioni di euro. E poi subito dopo l’exit di Vislab, la startup di Alberto Broggi che crea soluzioni per le auto a guida autonoma, che viene acquistata da Ambarella, società americana specializzata nello sviluppo di semiconduttori, per 30 milioni di euro.
Va in onda Shark Tank Italia (e muore subito)
Intanto, il termine startup è diventato mainstream. A dimostrarlo, la messa in onda di Shark Tank Italia, una sorta di talent show sulle startup, che viene trasmesso in 3 puntate dal 21 maggio al 4 giugno del 2015.
Nasce Invitalia Ventures

Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia, crea Invitalia Ventures, il suo primo venture capital. A guidarlo dall’estate 2015 Salvo Mizzi, manager di Tim dove aveva sviluppato il programma di accelerazione Working Capital ed ispirato la nascita di Tim Ventures, il corporate venture capital del gruppo di telecomunicazioni.
Anni 2016 – 2018
Il 2016 è l’anno che evidenzia l’attenzione anche degli americani sul nostro ecosistema. Lo dimostrano due exit che entrano nella storia del nostro ecosistema. La prima è quella che ha come protagonista, Yogitech, l’azienda pisana guidata da Silvano Motto che sviluppa hardware e software per l’automotive, acquistata da Intel, per portarla all’interno della sua divisione focalizzata sull’Internet of Things.
Una sorte simile tocca anche a Solair, azienda di Tom Davis, focalizzata sul cloud computing e Internet of Things, che viene acquisita da Microsoft, poco dopo aver raggiunto il milione di fatturato. L’azienda fondata da Bill Gates l’acquista per completare alcune funzionalità della suite IoT di Microsoft Azure.
2016 – L’anno di Moneyfarm
Il 2016 vede un’altra startup prendersi il centro della scena (e non sarà l’unica volta come vedremo nel corso di questa timeline). Parliamo di Moneyfarm, la fintech di Paolo Galvani e Giovanni Daprà che opera nel settore della consulenza finanziaria, che chiude un round di 23 milioni, guidato da Cabot Square Capital, United Ventures e dal gruppo Allianz.
Il 2017 è un anno difficile per il nostro ecosistema. Gli investimenti in startup calano bruscamente, registrando 68 milioni in meno rispetto al 2016.
Eppure ne avvengono di cose interessanti. La prima con il round di 11,5 milioni di dollari (Opus Capital e United Ventures), chiuso da Cloud4WI, la startup di Andrea Calcagno che potenzia il wifi per i negozi. Nello stesso anno, non cala l’interesse degli investitori stranieri con Ad Espresso, la società di digital advertising, fondata da Armando Biondi, Carlo Forghieri e Massimo Chieruzzi, che viene acquistata dal colosso canadese, Hootsuite.
Satispay e MotorK
Intanto, due startup superano investimenti da 10 milioni, una fintech (Leonardo, ti aspettiamo!), di cui sentiremo ancora parlare nella nostra timeline, Satispay, la startup che consente di fare micropagamenti con lo smartphone, che chiude un round di 18 milioni, tra gli investor Banca Sella. E MotorK, il marketplace delle auto, guidato da Marco Marlia, che ottiene 10 milioni, in un round guidato da investor europei, come 83 North e Zobito.
Il campus di Apple a Napoli

Il 2017 è anche l’anno in cui si conclude il primo anno di studio degli studenti di Apple Developer Academy, il campus per la formazione di sviluppatori iOS realizzato da Apple in collaborazione con l’Univestità Federico II di Napoli e diretto da Giorgio Ventre.
Il film su Achilli
Una nota di colore per questo 2017 delle startup italiane è l’uscita nelle sale di “The Startup”, il film di Alessandro D’Alatri, non accolto bene a dire il vero dalla community delle startup, ma che ha tuttavia il merito di raccontare come il mito dello startupper fosse entrato nella cultura imprenditoriale del Paese. Il film ripercorre le gesta di Matteo Achilli, uno degli startupper più controversi e criticati dell’ecosistema italiano.
Altri due round importanti nel fintech e nell’insurtech
Il 2018 vede due round “monstre” per il nostro ecosistema. Ci sono i 100 milioni raccolti da Prima Assicurazioni, l’insurtech fondata da Alberto Genovese, già founder di Facile.it. A guidare il round sono il colosso finanziario Goldmans Sachs e il venture Blackstone. Mentre fa un altro straordinario passo in avanti, Moneyfarm che chiude con Allianz, un’operazione da 46 milioni di euro. Tra le exit, il 2018 è l’anno di Musement, la startup di Alessandro Petazzi che offre “esperienze” di viaggio, che viene acquistata dal gigante del turismo tedesco Tui Group.
CDP inizia a mettere gli occhi sulle startup
Intanto, nascono nuovo strumenti pubblici di investimento alle startup come ITATech, piattaforma a sostegno dei processi di trasferimento tecnologico, che mette sul piatto 200 milioni in un’operazione coordinata da Cassa Depositi e Prestiti e dal Fondo Europeo per gli investimenti.
Il fallimento (a sorpresa?) di Mosaicoon

Il 2018 è anche un anno triste per il nostro ecosistema, con il fallimento di una delle più belle favole italiane delle startup, quella di Ugo Parodi Giusino e la sua Mosaicoon, la scaleup italiana con sede a Palermo, specializzata in campagne video virali.
Da due anni a questa parte
Il 2019 è un anno che ha tanti protagonisti ed eventi. Iniziamo da un dato, dai 723 milioni investiti nelle startup italiane, tra round e operazioni di equity crowdfunding, un + 17% rispetto all’anno precedente (dati Osservatorio Startup hi-tech del Polimi).
Protagoniste sono le piattaforme di equity crowdfunding che riescono a immettere nell’ecosistema ben 55 milioni. Una buona salute del crowdfunding confermata anche dal debutto in Borsa di Crowdfundme, la piattaforma guidata da Tommaso Baldissera Pacchetti che diventa la prima fintech a quotarsi in Italia.
Per quanto riguarda le startup, l’anno è dominato da quattro grandi player. Il primo è senza dubbio Soldo, la società di Carlo Gualandri con sede a Londra, una piattaforma per la gestione delle spese, che chiude un round da 61 milioni di dollari (tra i venture anche il californiano Accel). Mentre 40 milioni di euro è invece la cifra complessiva dell’aumento di capitale di Moneyfarm con l’ingresso nell’equity da parte di Poste Italiane.
Altri 44 sono i milioni raccolti da Talent Garden, in un’operazione guidata da StarTIP – Tamburi Investments Partners Spa, che entra nella storia delle operazioni di fund raising di maggiore valore realizzata da investitori italiani in Italia. Quarto protagonista è Casavo, piattaforma che facilita la vendita di casa online, guidata da Giorgio Tinacci, che chiude un round di 50 milioni di euro, 20 di equity e 30 di debito, con il venture capital Greenoaks Capital, a guidare l’operazione.
Il 2019 vede poi un altro traguardo internazionale del nostro ecosistema, con Apple che acquista Stamplay, la startup fondata da Nicola Mattina e Giuliano Iacobelli, per una cifra di 5 milioni di euro.
2020 – Anno pandemico (ricchissimo)
La pandemia spinge il digitale. Per le startup italiane è un anno duro, come per tutto il sistema Paese, ma non mancano buoni segnali, come le exit, un mega round e i primi investimenti di Cdp Venture Capital, la società di venture capital “di Stato” nata dall’incontro di Invitalia Ventures e Cassa Depositi e Prestiti.
Una prima exit che passa alla storia riguarda Checkout Technologies, la startup fondata da Enrico Pandian e Jegor Levkovskiy che lancia una tecnologia che traccia i comportamenti di un consumatore all’interno di un punto vendita e permette il pagamento via cellulare in modo automatico, senza passare per le casse. L’exit porta la startup nelle mani di un competitor americano, Standard Cognition, suggellando un altro colpo per Enrico Pandian, alla sua terza exit, dopo Prezzi Pazzi e Supermercato24.

Ancora altre exit, come Tannico, la startup di Marco Magnocavallo che facilita la vendita di vino online, che cede il 49% delle sue quote al gruppo Campari per la cifra di 23,4 milioni. Dal vino a un’altra specialità del Made in Italy, come la moda, con Lanieri, ecommerce di abiti uomo si misura guidato da Simone Maggi, che viene comprata dal lanificio Reda.
Due sono i round da ricordare in questo 2020, almeno fino alla data in cui scriviamo. Milkman, la startup di Antonio Pierini che consegna pacchi su appuntamento, sulla quale ha puntato Poste Italiane con 25 milioni. Ma l’operazione che passerà alla storia è quella di Satispay che raccoglie un finanziamento di serie C del valore di 93 milioni. A scommetterci, Tim Ventures e big internazionali come Tencent, Square e Lightstone.
Ed a proposito di pandemia, altri 200 milioni previsti dal Ministero dello Sviluppo economico sono conferiti nel nuovo “Fondo Rilancio” gestito da Cdp Venture Capital, che ragginge una una dotazione complessiva di 1,2 miliardi di euro da investire in startup italiane.
E non finisce qui…!
Giancarlo Donadio