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Si può uscire dalla crisi, e forse la pandemia può trasformarsi in “utile” sia per chi vuole fare eCommerce che per il cosiddetto b2b.

La pandemia da Covid-19 è stata un acceleratore – tragico nei suoi risvolti sanitari e nel tributo di vite umane purtroppo – di innovazione, almeno in alcuni settori produttivi. Dove non ha costretto le attività a chiudere, per via del necessario distanziamento sociale, ha stimolato la ricerca di nuovi canali di vendita che limitassero al minimo il contatto fisico e potessero essere concepiti come sicuri ed efficienti da tutti. È con questa semplice considerazione che si spiegano i risultati positivi che l’e-commerce ha avuto nel 2020, soprattutto come principale impulso ai consumi altrimenti soffocati dalla difficoltà a raggiungere i negozi. I dati Istat di ottobre 2020, parlano di un forte aumento del commercio elettronico, che è cresciuto del 54,6% rispetto allo stesso mese del 2019. Mai così in alto finora.

La tendenza è chiara e le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, hanno cercato di adeguarsi. Secondo le stime dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, le attività che si sono rivolte a piattaforme di e-commerce per gestire le vendite online sono cresciute del 50% durante i mesi del lockdown.

Vale la pena quindi conoscere da vicino 5 startup italiane b2b, ovvero che hanno fatto della fornitura di servizi di commercio elettronico ad altre imprese il loro business principale, con risultati molto positivi soprattutto per chi non aveva tempo e modo di sviluppare un sistema in proprio per consentire le vendite online.

Nota:
Non si tratta di una classifica ma di una semplice lista – in ordine alfabetico – stilata attingendo ad informazioni di pubblico dominio (e spesso comunicate dalle stesse startup). Non conosciamo direttamente i numeri, i fatturati e altre metriche necessarie ad una valutazione più ampia.

Nasce come startup al servizio dei negozi che hanno un servizio di eCommerce ai quali consente di consegnare i prodotti in giornata, tracciare le spedizioni, modificare gli ordini, abbattere il tasso di abbandono del carrello da parte dei clienti.

Durante il lockdown, decide però di sperimentare anche la vendita diretta al cliente, nella città di Milano, cercando di sfruttare le difficoltà sorte per la chiusura dei negozi ma cogliendo la grande domanda presente in città in quei mesi. Lancia quindui un servizio di spesa a domicilio a tutti gli effetti con Blinkmilano.com che ha avuto non solo il merito di essere al servizio della città in un momento difficile, con sconti specifici per determinate categorie di persone, ma anche la capacità di coniugare tecnologia e logistica sostenibile.

2. Deliverti

Il claim del sito descrive bene l’obiettivo di Deliverti: “eCommerce made easy”. E infatti, questa startup, fondata da Fabio Scalet e Giulio Cupini nel 2016, consente di gestire la rete di vendita, scegliere il giusto modello di pricing, fare marketing online, sviluppare un sito sincronizzato con il magazzino, accettare tutti i metodi di pagamento, analizzare le statistiche di vendita, trovare i migliori corrieri. Tutte operazioni di fondamentale importanza per vendere online, ma che non tutte le imprese possono permettersi di sviluppare.

A novembre 2020 Deliverti è stata premiata dal Sole 24 Ore come Leader della crescita 2021, essendo tra le 450 principali aziende italiane che hanno registrato una maggiore crescita di fatturato tra il 2016 e il 2019.

3. Uala

Nata come sito che permette di prenotare trattamenti e servizi da parrucchieri, centri estetici e spa, Uala ha lanciato una nuova soluzione eCommerce che abilita tutti i saloni di bellezza ad avere un proprio shop in pochi minuti.
La scelta di sviluppare questa nuova funzione deriva da un dato emerso dal mercato dei saloni di bellezza: il 38% di parrucchieri ed estetiste ha iniziato a vendere online i prodotti professionali a cui i clienti non volevano rinunciare durante la pandemia. La piattaforma si occupa di caricare l’immagine del prodotto e una descrizione, oltre che di seguire tutta la fase di pagamento e consegna del prodotto.

La startup fondata nel 2015 da Alessandro Bruzzi, Enzo Li Volti e Luca Mattivi è in una fase di grande crescita anche grazie agli investimenti di Immobiliare.it che hanno portato alla chiusura di un round da 15 milioni nel 2019 e all’acquisizione del suo equivalente francese, Balinea.com.

4.Xingu

Mentre le altre startup offrono ai clienti un range di piattaforme su cui presentare i prodotti, Xingu decide di puntare su una sola opzione, la più grande e importante: Amazon. La startup, fondata nel 2018 a Milano da Mattia Stuani, è stata acquisita a novembre 2020 da Labelium, un’agenzia specializzata in marketing digitale attiva in tutto il mondo.
Il focus di Xingu è la tendenza sempre più diffusa dei clienti a farsi un’idea di cosa acquistare proprio su Amazon. È fondamentale quindi la visibilità dei prodotti sul marketplace e la capacità di indicizzare al meglio gli articoli sul motore di ricerca interno della piattaforma. È grazie a questi interventi che un consumatore vede un prodotto prima di un altro quando cerca qualcosa da acquistare.

5. Yocabè

Yocabè è una piattaforma nata nel 2015 dall’idea di due ex manager di Expedia, Vito Perrone e Lorenzo Ciglioni, per aiutare i marchi di eccellenza italiana a raggiungere i clienti in tutto il mondo attraverso i principali siti di marketplace come Zalando, Privalia, Amazon.
La startup, che fa parte di Pi Campus, si occupa di seguire il posizionamento dei prodotti delle aziende soprattutto di moda e agevolarne la vendita. Dall’anno della sua fondazione, Yocabè è cresciuta molto e, nel 2018, ha raggiunto i 3 milioni di euro di transazioni.

Lara Martino

 


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